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Caffè ed altre bevande - Informazioni e curiosità


Appunti di:
Valerio Bazzi
aggiornati a settembre 2022



Elenco argomenti:

Info macchine per caffè ed altre bevande

La Moka

Macchine per caffè espresso

Macchine per caffè in capsule

Caffettiera La Napoletana

caffettiera per caffè all’americana

Cappuccino e altre bevande per macchine a capsule

Il futuro nei fondi di caffè - La Caffeomanzìa

Prendere il caffè a Napoli




Info macchine per caffè ed altre bevande


Caffè – che passione - Moka, espresso, Napoletano o Americano?
Il caffè, una delle bevande più consumate in Italia e nel mondo, può essere prodotto con varie tecnologie che, pur partendo dalla stessa materia prima, forniscono risultati anche molto diversi tra loro.
  Certamente tutti noi molto sappiamo sui metodi di preparazione delle bevande che si ottengono dai chicchi di  caffè tostati, e Ciascuno di noi ha le proprie preferenze, che spesso variano anche in funzione delle circostanze del momento.
  ma altrettanto certamente ci sfuggono particolari aspetti che potrebbero meglio ispirare le nostre scelte e farci gustare sempre più questa versatile bevanda.
  Così abbiamo pensato di fornirvi informazioni, alcune ben note ed altre non da tutti conosciute, che riteniamo non mancheranno di incuriosirvi e farvi apprezzare sempre più il vostro caffè preferito.
Agli amanti del caffè espresso propongo la lettura dell’Articolo scritto da Michele Sergio e pubblicato su IL ROMA il 13 gennaio 2019 dal titolo: Caffè Italiano e Caffè Napoletano: ecco le 5 differenze
Il link all’articolo all’indirizzo: https://grancaffegambrinus.com/caffe-italiano-e-caffe-napoletano-ecco-le-5-differenze/

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La Moka


Tutti noi abbiamo in casa almeno una moka, la caffettiera inventata da Alfonso Bialetti nel 1933, ma i cui principi chimico-fisici di funzionamento sono stati studiati solo pochi anni fa.
Gli studi scientifici hanno permesso di stabilire alcune regole per ottenere un prodotto ideale; eccone alcune:

- Il livello dell’acqua nel serbatoio deve essere appena sotto la valvola di sicurezza: infatti líingresso dellíimbuto contenente la polvere di caffË deve essere immerso nell’acqua ma la stessa non deve essere troppo vicina al fondo dellíimbuto.
il caffè non deve essere pressato se non leggermente per pareggiarlo.
la caffettiera deve essere riscaldata a fuoco lento.
la moka deve essere tolta dal fuoco non appena inizia a gorgogliare, la fase detta stromboliana.
prima di essere versato il caffè va mescolatoper uniformare la qualità
Nella sezione Testati dalla community sono presenti una moka elettrica dal funzionamento identico a quelle da fornello ed un dosatore per riempire il vano per la polvere di caffè senza il rischio di spargimento all’esterno.



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Macchine per caffè Espresso


Oltre alle tipiche macchine professionali dei bar si trovano in vendita anche prodotti casalinghi dalle svariate caratteristiche con eventuale dotazione di funzione cappuccino.
Per la precisione inquadriamo in questa categoria le macchine che utilizzano caffè in grani macinato all'istante.



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Macchine per caffè in capsule


Tra i prodotti casalinghi più semplici e pratici sono quelli che utilizzano capsule preconfezionate con la corretta dosatura della polvere.
Ogni marca utilizza capsule dal formato proprietario, ma si trovano anche capsule compatibili per le marche più famose.
il modo più costoso di farsi il caffè in casa ed il più inquinante a meno che non si scelgano capsule compostabili ho riutilizzabili.
Nella nostra sezione testati dalla community è presente una di queste macchine integrata con l’assistente vocale Alexa, molto pratica in particolare per i ciechi.
Sempre nella sezione testati dalla community è presente anche una macchina a capsule completa di capuccinatore.

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caffettiera alla Napoletana


Questo tipo di caffettiera, dopo avere scaldato l’acqua nel serbatoio, viene capovolta e l’acqua attraversa la polvere di caffè lentamente sospinta dalla sola forza di gravità.
Era un sistema molto utilizzato nel secolo scorso ma oggi quasi in disuso sostituito dai metodi più recenti

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Caffè all’Americana


Anche questa modalità di fare il caffè sfrutta la gravità per estrarre dalla polvere gli aromi caratteristici.
La quantità di acqua utilizzata è molto maggiore di quella contenuta in una tazzina di caffè espresso e naturalmente gli aromi sono meno marcati.
la nostra scelta è molto personale, senza escludere di adottare sia questo tipo di bevanda che le altre realizzate con metodi diversi in occasioni diverse.

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cappuccino e altre bevande per macchine a capsule


I costruttori delle moderne macchine per caffè a capsule ed i produttori di capsule compatibili, oltre a realizzare e vendere capsule contenenti polvere di caffè di varia provenienza eventualmente decaffeinato, distribuiscono numerose tipologie di contenuti, dal caffè di orzo alle tisane al cappuccino al ginseng e così via.
  Pur non avendo la qualità delle bevande realizzate in modo tradizionale, sono molto apprezzate per la comodità e rapidità di realizzazione.

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Il futuro nei fondi di caffè - La Caffeomanzìa


Tra le tante curiosità che si possono scoprire a proposito del caffè, ne voglio raccontare una di cui ho fatto esperienza per la prima volta in Turchia, la Caffeomanzia.
Si tratta, a mio avviso, di uno dei metodi più intriganti per predire il futuro, ovvero la lettura dei fondi del caffè dopo averlo bevuto in una tazzina di ceramica bianca ed avere seguito uno dei rituali previsti, fino ad ottenere dei disegni da interpretare.
Va da sé che per poterli leggere, i residui di polvere di caffè devono esserci, quindi non va bene la preparazione con caffè solubile ma neppure il caffè espresso.
Se si pensa che si tratti di un gioco, allora anche noi che non abbiamo il dono della vista possiamo appunto “giocare” ad interpretare le tracce sul fondo della tazzina, avvalendoci delle nostre doti divinatorie o, in mancanza, sfruttando ciò che già conosciamo dell’interlocutore ed utilizzando frasi ambigue come quelle attribuite alla Sibilla Cumana.
Per chi vuole approfondire l’argomento suggerisco di leggere la pagina web “cartomanzìa – lettura dei fondi di caffè” al link seguente: https://www.cartomanzia.com/lettura-dei-fondi-di-caffe/?gclid=Cj0KCQjwyt-ZBhCNARIsAKH1174kdRgBQ7h_AnMlshZLqMh69HkY23dHdoJKB_eS0QR1vdPlXrJA_OEaAo_FEALw_wcB

oppure su wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Caffeomanzia



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Prendere il caffè a Napoli


Il caffè espresso nei bar di Napoli è qualcosa di unico.
Nel suo romanzo “Una lettera per Sara” lo scrittore napoletano De Giovanni Maurizio utilizza il personaggio dell’ispettore Davide Pardo per raccontarci cosa significa prendere il caffè a Napoli.
Qui di seguito un estratto dal citato romanzo.   “ ogni giorno, alle undici in punto, l’ispettore Davide Pardo prendeva il caffè.
Ci teneva tanto a quel verbo. Lui prendeva il caffè, non lo beveva. La distinzione era fondamentale. Bere il caffè aveva il banale significato di assumere una bevanda, riduceva le proprietà taumaturgiche di quel liquido alla volgare meccanica dell’inghiottire; poteva andar bene al Nord o all’estero, dove ti somministravano bicchieroni pieni di una brodaglia priva di carattere. Prendere il caffè era diverso: ci si concedeva una pausa, un momento per sé. Era un rito sacro, irrinunciabile. Da consumare in religiosa solitudine. … omissis … Ma se anche fosse stato popolare quanto una rockstar il caffè delle undici lo avrebbe gustato comunque da solo: gli serviva per meditare, per riflettere su se stesso, su quello stronzo del destino e sull’uomo abitudinario che avrebbe voluto essere e non era stato.
Quel lunedì di aprile, come sempre, s’inerpicò su per il vicolo di fronte al commissariato in direzione del solito bar: un locale angusto e lercio, con un bancone squadrato che mal si adattava alla parete curva, dietro il quale un enorme barista di nome Peppe, dotato di un provvidenziale mutismo, quindi poco incline a intavolare invadenti conversazioni di argomento calcistico, preparava un caffè che, secondo Pardo, costituiva una prova a posteriori dell’esistenza di Dio. Il rituale prevedeva che Davide entrasse e rivolgesse un grugnito a Peppe; che l’altro rispondesse con un grugnito del medesimo valore semantico, dando inizio alla liturgia; che Pardo tirasse fuori una moneta e la appoggiasse su un punto preciso del bancone eletto al ruolo di cassa; che Peppe sistemasse piattino e cucchiaino davanti al cliente abituale, mentre la sbuffante, monumentale macchina stillava oro nero in una tazzina bollente, già zuccherata col misterioso, perfetto quantitativo; che Pardo sgombrasse la mente da ogni pensiero, predisponendo bocca, stomaco e cuore all’assunzione del nettare; che la tazzina fosse adagiata con cura sul piattino e che, dopo un ulteriore attimo di raccoglimento, Pardo la prelevasse. Era allora che il rito si compiva. Le labbra si accostavano frementi al bordo rovente di ceramica, le narici si dilatavano perché nulla di quell’aroma andasse perduto, papille e palato si preparavano ad accogliere un primo minuscolo sorso, che aveva la cruciale funzione di ustionare la lingua e cambiare segno alla mattinata. Fu proprio in quel mistico istante che una mano strinse l’avambraccio del poliziotto, negandogli il contatto con la tazzina. L’interruzione dell’inalterabile sequenza dei gesti avrebbe compromesso senza rimedio il rapporto tra temperatura, profumo e sapore del nettare, rendendo quel lunedì, e con buone probabilità l’intera settimana, una merda.”

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